lunedì 6 agosto 2007

BETANCOURT LIBERA? O SOLO UN BUFALA?

Le versioni on-line dei giornali venezuelani sono presi d’assalto. Il sussurro di Patricia Poleo (la Poleo è un'accesa oppositrice di Chavez, è accusata di essere la mandante intellettuale dell'omicidio, nel 2004, del procuratore della repubblica Danilo Anderson) è diventato un boato: Ingrid Betancourt sarebbe in Venezuela, nella regione dell’Apure, terra di confine e in parte di guerriglia . Il capo dello stato venezuelano Hugo Chavez la consegnerà al governo francese in occasione della imminente visita a Caracas della first lady Cecilia Sarkozy. I media del governo ignorano la notizia, non c’è alcuna conferma ufficiale. Il giornalismo che insegue lo scoop è vittima di abbagli, ma il buon rapporto tra Chàvez e Sarkozy, le ultime dichiarazione ad Alò Presidente, in cui l’ex-tenente colonnello si è proposto come intermendiario per lo scambio umanitario, potrebbero aver tratto in inganno la giornalista venezuelana.
Chàvez nel frattempo è in viaggio per il Sud America, un comportamento “normale”, forse troppo per chi costudisce un segreto così grande. Il Chávez che conosciamo sarebbe esploso di gioia, avrebbe cantato per ore. La Betancourt liberata sarebbe la più grande vittoria politica della rivoluzione venezuelana , ma anche uno dei gesti più gloriosi di diplomazia internazionale. In realtà Chávez è l’uomo giusto per risolvere il decennale problema della guerriglia venezuelana: lo sa lui, lo avverte l’opinione pubblica internazionale, storcono il naso gli Stati Uniti che invece vedrebbero consolidarsi nell’opinione pubblica internazionale un loro nemico (nemico?). Non è un mistero che tra la base chavista e la guerriglia colombiana ci sia un buon rapporto. Non solo affinità ideologica: il movimento chavista ha inglobato nel suo movimento molti ex-guerriglieri venezuelani che con la guerriglia colombiana hanno condiviso parte della propria storia, della propria gioventù. Ma ci sono tanti segnali di affinità: Al Global Social Forum del 2005 di Caracas le Farc consegnavano tranquillamente i propri volantini, i giornali comunitari chavisti ospitano i loro comunicati. Un giornalista di Telesur è stato coinvolto in alcuni casi giudiziari. Ovviamente Chàvez ha preso sempre le distanze dal movimento guerrigliero, probabilmente in maniera sincera: non condivide un metodo di lotta che insanguina il paese senza via d’uscita, ma come le Farc anche Chàvez porta la lotta ai suoi livelli più alti: contro l’Impero. Lo stesso Impero che questa volta lo ringrazierebbe.

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