domenica 19 agosto 2007

La nuova Carta Magna costituzionalizzerà le “missioni”. La trovata non fa chiarezza, ma confonde. Le missioni sono nate nel 2004 con intensità “anti-politica”, servivano a risolvere i problemi minimi della gente, erano una chiave (chavista) per recuperare popolarità in vista del referendum revocatorio del 15 agosto 2004. Vennero consigliate da Fidel Castro, che poi inviò medici e esperti per dar loro vita.
Le missioni sono il braccio di Chàvez che si muove per il Venezuela, scavalca la burocrazia, nata dalla politica, e incide direttamente sui problemi, con velocità. Costituzionalizzare le missioni però equivale a costituzionalizzare l’“emergenza”, da cui nascono. Equivale quindi a dare massimo rango normativo al conflitto burocrazia, anti-burocrazia, perpetuarla. Da molte parti (anche chaviste) invece si parlava di “istituzionalizzare le missioni”, cioè strutturarle, incamminarle in quei percorsi burocratici che saranno anche perversi, ma sono un passo necessario per trasformare le concessioni del sovrano in diritti del popolo. Esattamente l’opposto, spegnere le missioni, assorbirle.
In realtà l’idea, anche saggia volendo, è mantenere aperti due canali, quello burocratico (da inserire in bilancio) e quello delle missioni che si espande e si restringe a fisarmonica come le entrate di petrolio. Ma molti sospettano che siano solo uno strumento di consenso presidenziale: d’altronde dal presidente dipendono.

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