venerdì 10 agosto 2007

SE TI VIOLENTANO LA COLPA E'TUA

“Incitar al sexo provoca violaciones”. Incitare al sesso provoca violenze sessuali, di sfondo una bella ragazza in bikini. E’ originale ma anche di cattivo gusto il cartellone pubblicitario che la regione Carabobo ha piazzato lungo le strade. In maniera neanche tanto subliminare il messaggio-progresso dà la colpa alle donne per le violenze sessuali subite. La pubblicità è apparsa grossolana da subito, nessuno ha avuto il coraggio di assumersi la responsabilità, è iniziato un comodo scaricabarili. María de los Angeles Freiré, psicoterapeuta specializzata in bambini e adolescenti, ha subito alzato la voce: “Si invertono i ruoli, la vittima diventa carnefice. Se indosso un bikini o un tanga sono colpevole se mi violentano, mi sembra un insulto per chi ha subito questo reato. Cartelloni pubblicitari di questo tipo non prevengono la violenza, l’aumento, anche perché non appaiono corpi nudi di entrambi i sessi” . Il messaggio avrebbe poi un altro effetto forse ancora più fastidioso: suggestionerebbe le vittime fino a farle sentire colpevoli, meritevoli di castigo per aver osato uno sguardo di troppo, o qualche gonnellina eccessiva. Calato nella realtà caraibica, dove il caldo sveste naturalmente i corpi, la pubblicità assume i toni della farsa, rivela inoltre il maschilismo strisciante di una società che proprio sull’uomo non ha potuto mai contare. La donna venezuelana tradizionalmente manda la famiglia avanti da sola, l’uomo sparge bambini appena può, come rivelano le pubblicità nella metropolitana in cui si invitano i padri a non spargere il seme per il Venezuela. Questa caduta di stile ha però un merito: finalmente un punto di contatto con l’Iran, la demonizzazione del corpo della donna. (qui un articolo de El Carabobeño)

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