venerdì 10 agosto 2007

C'erano una volta in America latina le multinazionali dell'energia. C'erano, ma oggi ci sono i presidenti di Venezuela (Hugo Chavez), Bolivia (Evo Morales) e Argentina (Nestor Kirchner), che hanno deciso di spingere sull'acceleratore per recuperare iniziativa ed indipendenza d'azione nella produzione e distribuzione di petrolio e gas. E per questo i tre capi di Stato si sono incontrati a Tarija, nel sud della Bolivia dove si trovano i pozzi di gas del paese, per firmare accordi che mirano a garantire la crescita della produzione di idrocarburi, il processo di industrializzazione ed il rafforzamento delle infrastrutture di distribuzione. Per Chávez, la tappa boliviana è fra l'altro l'ultima di un tour sudamericano che lo ha visto in Argentina, Uruguay, Ecuador e, appunto, Bolivia, per spingere al massimo possibile la sua influenza, grazie ovviamente alle importanti risorse che gli mette a disposizione l'alto prezzo del petrolio. Una visita che si è svolta in contemporanea con quella che il brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha realizzato in Messico e Centroamerica, e che è servita a illustrare le prospettive di sviluppo dei carburanti alternativi, come l'etanolo, di cui l'industria brasiliana è leader mondiale. Ufficialmente le firme di Chavez, Morales e Kirchner sugli accordi di Tarija ed Entre Rios (Cochabamba) riguardano investimenti in Bolivia per 1.120 milioni di dollari (814 milioni di euro) e permetteranno il consolidamento del Gruppo dei paesi produttori del gas del sud (Opegasur) che, ha spiegato il ministro degli idrocarburi boliviano, Carlos Villegas, ambisca a muoversi come una piccola Opec del gas. Radio Erbol di La Paz ha sottolineato come gli accordi fra le compagnie petrolifere statali (venezuelana Pdvsa, boliviana Ypfb e argentina Enarsa) mirino a "ricercare una integrazione energetica regionale e a mettere al margine, o almeno a sottrarre spazio, alle grandi multinazionali che praticamente si erano appropriate degli idrocarburi sudamericani". Per quanto lo riguarda, Morales è al settimo cielo, perché la costituzione dell'impresa mista boliviano-venezuelana Petroandina e gli investimenti di Venezuela e Argentina gli permettono di concretare il sogno di industrializzare gli idrocarburi prima di offrirli all'estero. Per Kirchner, invece, il rafforzamento dei legami con i suoi partner significa poter guardare con un certo ottimismo al futuro dell'approvvigionamento energetico per l'industria argentina che continua a crescere e ritmi asiatici. Infine è ovvio che il più contento sia Chávez che, fra mille difficoltà e l'ostilità manifesta degli Usa e di qualche altro paese latinoamericano, riesce a far passare il suo messaggio di "unità sudamericana", nonché a rafforzare la sua leadership nella regione, dove Messico e Brasile si battono per restare in primo piano. E già oggi il battagliero leader venezuelano troverà una nuova tribuna per esprimere le sue posizioni, con 'inaugurazione del 3/o Vertice di Petrocaribe, l'organizzazione creata nel 2005 che permette ai paesi dei Caraibi di ottenere petrolio e suoi derivati da Caracas a prezzi di favore.(ANSA)

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