giovedì 23 agosto 2007

Sei persone sono state condannate dal tribunale di Aragua, in Venezuela, a pene comprese tra 22 e 29 anni di carcere per il sequestro, le torture e l'omicidio dell'imprenditore italo-venezuelano Filippo Sindoni, trovato morto in una scarpata nello stato di Lara il 28 marzo del 2006.I giudici hanno inflitto la pena più pesante a Miguel Joao de Jesus, avendolo riconosciuto colpevole dei reati di omicidio, sequestro di persona, somministrazione di sostanza illecita, associazione per delinquere, furto aggravato di veicolo, uso indebito di uniforme e lesioni.Joao de Jesus era presente la notte dell'omicidio come partecipante del finto posto di blocco che permise l'intercettazione del fuoristrada nel quale Sindoni viaggiava con il suo autista, Jesus Sojo, a sua volta aggredito, ferito e derubato.Tra i condannati ci sono anche un ex agente di polizia di Carabobo e un ex commissario di polizia dello stato di Aragua, il quale avrebbe tra l'altro procurato vestiti e attrezzature necessari ad allestire il finto posto di blocco.Con queste condanne, diventano otto i responsabili del sequestro e del seguente omicidio, dopo le confessioni di altri due componenti della banda a cui un tribunale ha inflitto pene minori, mentre fonti vicine all'inchiesta hanno riferito che su altre tre persone esiste un ordine di cattura.Sindoni, nato a Capo D'Orlando, in provincia di Messina, nel 1931, si trovava in Venezuela dal 1949, dove era diventato un facoltoso imprenditore nel settore alimentare (una fabbrica di pasta porta il suo nome), edilizio e metalmeccanico.Nominato Cavaliere del Lavoro dall'allora presidente Oscar Luigi Scalfaro nel 1998, Sindoni era anche amico personale del presidente venezuelano Hugo Chavez, il quale si era detto rattristato per la tragica fine di un "buon amico".(ANSA)

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