martedì 7 agosto 2007

TELEFERICO ESPROPRIATO

L’espropriazione del teleférico di Caracas è stato uno degli altri capitoli controversi della rivoluzione venezuelana. A differenza delle nazionalizzazioni, in cui gli espropriati vengono liquidati con bei soldini (a molti conviene, gli azionisti di Cantv non hanno perso un dollaro), nel caso di ritiro delle concessioni la perdita per l’investitore è netta. Quest’ultimo considera il ritiro come una confisca, una rapina, quindi consolida attorno a sé il consenso degli altri imprenditori (e la paura d’investire). Fedecameras (tipo Confindustria), ha sempre criticato il governo per lo stile aggressivo, Chàvez sono cerca l’accordo ma lo scontro, condisce il suo discorso di inutile epiteti contro l’oligarchia, i poteri forti.
Il governo, dal canto suo, non è sprovveduto: è sempre attento nel trovare una motivazione giuridica alle sue azioni: questa volta la concessionaria del teleferico non ha rispettato gli accordi, non ha continuato il teleferico fino alla zona costiera di La Guaira come pattuito, né ha versato al ministero del Turismo una somma di denaro dovuta. La proprietà passa direttamente in mano allo Stato, a cui i soldi da investire non mancano. Molti però hanno il sospetto che la confisca sia stata motivata soprattutto dal malumore popolare sui prezzi troppo alti (salire e scendere costava quanto un pranzo al ristorante), che avevano reso l’Avila una montagna di elite o di scolaresche in gita. Per la concessionaria questi prezzi erano necessari per ammortizzare le spese per gli investimenti, che fino al 2015 non sarebbero stati recuperati. Mancavano, ha sostenuto José María Jiménez, direttrice de “ Inversora Turística Caracas”, che la concessione doveva scadere nel 2021, il governo quindi non ha rispettato gli accordi.
Per festeggiare l’espropriazione popolare il teleferico è stato offerto per due giorni gratuitamente ai cittadini: paga Chàvez per tutti, finché c’è il petrolio. Il gioco è sempre lo stesso: non interessa che il teleferico trovi un equilibrio finanziario, deve accontentare il popolo

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