giovedì 12 luglio 2007

Abbiamo incontrato il console generale di Caracas, Stefano Pontesilli, all’indomani della pubblicazione del video che, a quanto afferma il suo autore, mostrerebbe brogli elettorali commessi nelle votazioni all’estero durante le scorse elezioni politiche. Inevitabile porre alcune domande sull’argomento.In Venezuela ci sono state irregolarità? Si ricorda ad esempio l’episodio avvenuto a Margarita, dove alcune buste contenenti la scheda elettorale sono state recapitate congiuntamente con il volantino di propaganda del candidato Di Martino.“Abbiamo segnalato subito la cosa alla procura della Repubblica. In seguito a un’indagine è emerso che era stato tutto frutto dell’iniziativa di un dipendente della poste, che si era accorto che i volantini e le schede andavano recapitati alle stesse persone: ha pensato bene di allegare gli uni alle altre, per sveltire il lavoro. In generale, abbiamo ricevuto segnalazioni di infrazioni minori, che abbiamo girato alle autorità italiane. Non risulta che ci sia stato un seguito per nessuna di queste segnalazioni”.Pontesilli aggiunge quindi una considerazione: “Le irregolarità che venivano segnalate erano inevitabili in un voto che si è svolto per corrispondenza. Ma non c’era altro modo per effettuare la votazione. Certo è che una procedura di voto per corrispondenza non garantisce che il voto si svolga in maniera impeccabile. Per esempio, nessuno può garantire che una persona non raccolga le schede elettorali di amici o conoscenti e ne faccia quel che vuole”.Ritiene fattibile aprire seggi elettorali nei consolati?“Assolutamente sì, e anzi sarei ben felice se in futuro si agisse in questo modo. Certo, nei due giorni di votazione i consolati sarebbero sottoposti a una pressione durissima. Ma varrebbe la pena di sostenere un tale tour de force. Ritengo che il voto sarebbe assai più affidabile”.

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