domenica 8 luglio 2007

Cucù, e il Venezuela non c’è più. Ha sbattuto il muso contro l’Uruguay, ultima qualificata del girone eliminatorio, capace di cacciare gli artigli e umiliare la vinotinto che già un piccolo passettino nella storia l’aveva fatto, classificandosi tra le prime otto. La prima Coppa America in terra venezuelana non ha trascinato il paese come forse qualcuno si aspettava, minore l’entusiasmo rispetto ai mondiali, vissuto come evento goliardico animato dagli sfotto tra emigranti portoghesi, spagnoli e italiani, quest’ultimi e i venezuelani, generalmente filo-brasiliani.
Caracas ha seguito la sua coppa con distacco, pochi i colori della vinotinto, amara consapevolezza che il calcio rimane uno sport poco tropicale. Non basta il campioncino Arango(nella foto) per risolvere i problemi del Venezuela.
La mancanza di astri brasiliani ha privato l’evento di quella spettacolarità necessaria per suggestionare il popolo. Troppo pochi i campioni, si ci può emozionare per uno stantio Recoba? Caracas è stata emarginata dai giochi, complice la mancanza di strutture, dovrà accontentarsi di una tristissima finale per il terzo e quarto posto.

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