giovedì 26 luglio 2007

SEV VENISSE SARKOZY?

E se venisse Sarkozy? La notizia solletica la curiosità del paese. Ad annunciare il probabile incontro, che dovrebbe avvenire a maggio del 2008, ci pensa il vice-ministro Rodrigo Chaves (già ambasciatore in Italia). Il tête à tête dovrebbe esserci dopo il vertice tra America Latina, Caraibi e Unione Europea, programmato a Lima per maggio del 2008 . I temi che saranno discussi tra i due leader sono l’ energia fossile e alternativa, l’infrastruttura, salute, farmacologia, tecnologia, formazione di tecnici automotrici ed educazione basica.Se l’uomo “nero” dovesse arrivare in Venezuela, Chàvez ne sarebbe entusiasta: avrebbe l’occasione per spiegare che la rivoluzione francese e quella bolivariana hanno tanti punti in comune. Alla gigliottina si sostituisce la non concessione delle licenze. Fino ad ora l’ex-tenente colonnello ha ricevuto dall’Europa solo Zapatero (che non è riuscito a vendergli le armi per intromissione Usa): si sono incontrati due leader di sinistra ma opposti. Hanno incrociato lo sguardo e hanno capito che la storia li divide.
Zapatero è un democratico che ha vissuto sulla sua pelle l’oscurantismo franchista, rappresenta la classe politica spagnola terrorizzata da personaggi che possano anche remotamente sembrare dittatori, Chávez non lo è (è autoritario) ma il suo culto della personalità spaventa. Non a casa durante la corsa per il seggio di sicurezza all’Onu la Spagna non ebbe tentennamenti: votò contro Chàvez. L’incontro tra Sarkozy e Chàvez (uomo nero e uomo rosso) oltre all’entusiasmante accostamento cromatico, riproporrà due figure antropologicamente simili: burberi e amiconi, motivati dal potere, dall’aspetto autoritario e dai modi imprevedibili, sono convinti entrambi di avere un compito che vada al di là della buona amministrazione, vogliono fare cose straordinarie.L’Italia invece ha inviato in Venezuela pochi politici di peso. La presenza più elevata è stata quella del ministro per gli Italiani all’estero Mirko Tremaglia: incontrò soprattutto gli italiani a cui lo lega un amore parzialmente ricambiato.Anche l’Ambasciatore in Venezuela Gerardo Carante ha ripetutamente affermato di voler far arrivare un esponente di peso del nostro governo. Uno sforzo vano, il suo mandato è scaduto e nessun aereo di Stato ha sganciato il carrello ai tropici. Peccato, l’Italia in Venezuela ha una costola e molti interessi (infrastruttura, macchinaria medica, Eni) . Almeno un Bertinotti Chávez se lo meritava, più dell'Italia!

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