mercoledì 18 luglio 2007

La coincidenza in questo anno 2007 del Bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi e del 70º anniversario della morte di Giuseppe Gramsci, ci porta verso la celebrazione della somma delle vicende italiane che dai primi movimenti mazziniani e dalla lotta risorgimentale per l’indipendenza nazionale, confluiscono nella riformulazione delle idee di liberazione alla luce dei nuovi assetti sociali e dei fermenti prodotti dagli sconvolgimenti politici delle prime decade del Secolo XX. Attraverso il simposio Libertá e Liberazione: Bolívar, Garibaldi e Gramsci ci si propone, quindi, di sottolineare nessi che al di là della semplice agiografia o del troppo facile desiderio di volere riconoscere improbabili coincidenze con le vicende latinoamericane, leghino indissolubilmente le figure dei tre eroi alla storia grazie all’impegno prodotto per la liberazione da ogni forma di oppressione. La relazione libertà-liberazione è indubbiamente uno dei principali argomenti di discussione nel mondo moderno. Senza i principi di libertà elaborati dal pensiero illuminista e democratico tra il secolo XVIII e il secolo XIX nessuna lotta di liberazione sarebbe stata immaginata e realizzata con le grandi rivoluzioni di fine ‘700. Ma, al tempo stesso, senza la spinta liberatrice di grandi masse oppresse dalla discriminazione sociale e politica e dalla dominazione economica, difficilmente quei principi si sarebbero consolidati e arricchiti nel corso dell’800 e del 900 di nuove idee socialiste e libertarie.Bolívar, Garibaldi e Gramsci sono tre paradigmatiche figure che possono storicamente rappresentare, attraverso la loro vicenda biografica, le loro azioni politiche, le loro opere, questo inscindibile rapporto tra libertà e liberazione. Il primo, formatosi alle grandi scuole del costituzionalismo europeo e delle sue fonti illuministiche, ha dato concretezza a un progetto di liberazione che è e resta alla base di ogni politica di integrazione democratica del continente latino-americano. Il secondo, ispiratosi alle ideologie del repubblicanesimo democratico di Mazzini e del primo socialismo egualitario, ha reso possibile con le sue imprese di liberazione l’emancipazione di popoli e nazionalità oppresse in Europa come in America. Il terzo infine, ha pagato con il carcere e la vita la lotta per la realizzazione di un ideale di libertà socialista che ancora oggi costituisce, all’indomani del fallimento del comunismo dogmatico e totalitario, un punto di riferimento per la comprensione di tante insuperate contraddizioni della contemporaneità: il modello economico post-fordista, la democrazia come consenso e partecipazione, il ruolo delle culture popolari nazionali e degli intellettuali nelle necessarie riforme morali e sociali del nuovo millennio.
Dr. Massimo Gilardi, Addetto Culturale

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