lunedì 2 luglio 2007

Se stiamo insieme ci sarà un perchè

Il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad. e quello venezuelano, Hugo Chávez, hanno inaugurato oggi i lavori di costruzione di un impianto petrolchimico congiunto da 700 milioni di dollari, nel sud dell'Iran, stringendo sempre più l’ alleanza anti-americana tra due Paesi che sono tra i maggiori produttori di petrolio nell'Opec.
Chavez ha sottolineato che con questa alleanza viene costruita "l'unità tra il Golfo Persico e i Caraibi". "Vogliamo essere uniti - ha aggiunto - per formare un mondo multipolare”.
Ha accusato poi di essere "barbari" gli Usa e colonizzatori gli europei che conquistarono l'America Latina."L'imperialismo americano - ha continuato- pretende di far credere al mondo che gli Iraniani sono dei barbari. Ma barbari sono coloro che hanno lanciato bombe atomiche sulle popolazioni innocenti di Hiroshima e Nagasaki, coloro che attaccano e strangolano il popolo iracheno e il popolo palestinese, quelli che dall'Europa sono venuti a strangolare le nostre civilizzazioni latinoamericane". Poi, stringendo e alzando la mano di Ahmadinejad, Chavez ha gridato: 'Patria o muerte'.
Quello iraniano e quello venezuelano sono "due popoli rivoluzionari fratelli che cammineranno sempre insieme, mano nella mano". Ha risposto il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, nel corso di una conferenza stampa . "Il messaggio della rivoluzione bolivariana del Venezuela e della rivoluzione islamica dell'Iran - ha aggiunto Ahmadinejad -é uno solo: pace per tutti i popoli del mondo e resistenza ferma davanti a tutti i tiranni del mondo". Più in là delle intenzioni, bisogna sottolineare come la distanza tra i due paesi è massima in tutti i campi : non esistono flussi migratori reciproci, al sincretismo tropicale risponde l’islam di stato, all’oscurantismo della donna il tripudio delle forme, l’oscenità normalizzata, la voluttuosità come felicità. Ai canti religiosi risponde la salsa, il linguaggio dei corpi. A Maometto risponde Maria Lionza, santa bambina di cui si festeggiano i riti magici sulle montagne, deviazione pagana contro ogni verticismo. Alla grande cultura persiana risponde la rimozione culturale di un Venezuela che ha sfiorato solo di striscio le grandi civiltà andine. I trattori prodotti in comune, i famosi Veneiran, sono l’unico cosa che li lega, per il resto è opposizione totale. Chávez però invidia l’Iran, invida la sua storia. Come Cuba, il vecchio impero persiano fa parte di quei pochi paesi che quando hanno voluto, sono riusciti a liberarsi dall’occidente. Lo ha fatto con la rivoluzione di Khomeini del 1979, come la Cuba di Castro nel ’59. Il Venezuela del ’98 sembra ancora lontano dal raggiungere lo stesso obiettivo, e molti venezuelani sperano che col tempo la rivoluzione dimentichi il significato di se stessa: tra Cuba, Iran e Venezuela voi dove vivreste?

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