mercoledì 25 luglio 2007

IL SOCIALISMO E LA CULTURA DI STATO

Esiste una socialismo doppio. Unico ma sdoppiato all’occhio dell’osservatore. Il primo è assolutamente insopportabile. Vi rientra il linguaggio aggressivo di Chàvez, l’ottusità di parte della sua classe dirigente (tecnicamente impreparata), gli slogan (Patria, socialismo o muerte, rumbo al socialismo), il culto della personalità, la volontà arcaica di costruire “l’uomo nuovo”, il partito socialista unito comandato dal leader, l’unione civico-militare, l’antimperialismo dogmatico che solidarizza con paesi quali l’Iran, la confusione sul sistema economico misto, il buonismo idealista.C’è però una parte del socialismo utile alla storia del venezuela. E` quella che ha a che fare con la costruzione dello stato moderno. La fiscalità. Il Venezuela è una paese petrolifero, sempre così si sono raccontati i venezuelani da almeno settanta anni. L’oro nero è la prima voce nella fiscalità generale, ma è una voce che fluttua a seconda dei mercati internazionali del petrolio, e spinge a una gestione delle risorse a fisarmonica. Quando il petrolio è alto si dà sfogo a una politica kenesyana, quando scende si ci indebita. Una realtà che rende difficile la programmazione sui lunghi tempi e contemporaneamente porta a un sistema di riscossione fiscale sui cittadini che fa acqua da tutte le parti. La rivoluzione socialista sta cercando di cambiare le cose: vuole ridurre l’effetto fisarmonica, e lottare contro la convizione radicata nel paese che il fisco è inutile...tanto c’è il petrolio. Questa mentalità è devastante soprattutto se tende a disabituare all’idea di solidarietà tra classi su cui si fonda lo stato moderno degli ultimi 150 anni. Il Venezuela di oggi è allora un paese simile a quello dell’Europa ottocentesca, senza stato sociale, con impreditori abituati ad approfittare della manodopera a basso costo a cui non si pagano i contributi.Un buon governo, di destra o di sinistra, non può permetterlo. Nei paesi avanzati il costo del lavoro Il Seniat, agenzia fiscale, sta lottando contro l’evasione con un’efficacia non abituale in Venezuela. La dirige Vielma Mora, ex militare decisionista e onesto, dalla mano dura. I suoi uomini arrivano, controllano, sigillano i negozi che non sono in regola. Poca la corruzione. Lo stesso stanno cercando di fare con la dogana, con l’appoggio anche dei piccoli imprenditori produttivi venezuelani, stanchi di vestiti e di scarpe che arrivano di contrabbando dalla Cina e dalla Colombia. E’ questo tipo di socialismo, che mira alla costruzione dello stato, che piace a molti.

Nessun commento: